DIFFERENZE E PARI OPPORTUNITA'
La partecipazione non è una concessione o un privilegio, ma una pratica quotidiana.
Nel podcast sottostante la versione audio del Post:
Sabato 21 settembre si è tenuta a Verona una riunione della Rete, la coalizione che ha sostenuto Damiano Tommasi Sindaco durante le elezioni amministrative di due anni fa. L'incontro era dedicato ai modelli partecipatìvi nell'azione di governo. Ho chiesto di presenziare, dato che la mia Associazione si occupa da anni di questo argomento, ma mi è stato risposto che non era il caso.
Dico la mia in absentia, per contribuire al dibattito, auspicando in futuro un confronto più aperto e inclusivo:
Enzo Jannacci, con la canzone Vengo anch'io No tu no, ha espresso una critica sociale pungente, celata nell’ironia. Il No tu no rappresenta l’esclusione di chi cerca di partecipare, ma viene lasciato fuori, svelando una verità amara sull'emarginazione e il potere.
Il pregiudizio verso l'altro nasce dall’incapacità di gestire il dissenso. Chi teme la diversità preferisce isolarla, mantenendo così un sistema che rifiuta il confronto.
In un mondo interconnesso, le esperienze significative possono emergere ovunque. Chi cerca soluzioni solo dal mainstream spesso rivela una visione limitata delle relazioni sociali, ignorando la ricchezza dell'innovazione che nasce da voci diverse.
Silenziare le opinioni dissonanti è sempre stato un errore. Queste risorse, che portano innovazione, sono fondamentali per l'adattamento e la crescita della società.
Il pensiero unico appartiene a un passato che non si ripeterà, poiché un mondo dominato da una sola visione crea solo conflitti. La vera forza sta in un approccio multipolare, l’unica via per affrontare le complessità di un pianeta che si regge su equilibri delicati.
Come ci ha insegnato Don Tonino Bello, il futuro si costruisce nella convivialità delle differenze. Chiudere le porte amplifica le tensioni, mentre il dialogo è essenziale per costruire una società giusta e armoniosa.
In democrazia, la conoscenza non è un privilegio delle élite, ma un diritto comune. Evitare la costruzione di recinti per pochi è essenziale.
Spero che questa vostra esperienza non solo rilanci il ruolo della cittadinanza attiva, ma diventi un punto di partenza per un coinvolgimento più ampio e partecipativo nei processi decisionali.
Mauro Tedeschi - San Michele Extra